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giovedì 11 novembre 2021

Un direttivo effervescente!

Ieri si è svolto presso l'Osteria dell'Angelo di Gussago il Direttivo della nostra associazione. Si sono dibattute alcune idee portate da Marino Marini. "L'accoglienza di queste novità è stata molto positiva", ha commentato la Presidente Emanuela Rovelli. Per cui siamo qui a rendervi conto di cosa abbiamo progettato per i prossimi anni.

1. L'abbiamo voluta chiamare G.IT.A. perché richiama  la voglia di uscire, stare tra gli altri e trascorrere in serenità una giornata particolare. Perciò chiediamo a gran voce in nome delle sofferenze provate a causa dell'epidemia, chiediamo che venga istituita la

"GIORNATA ITALIANA DELL'ACCOGLIENZA"

G.IT.A. appunto. Lo chiediamo alle istituzioni, in primis al ministro Patuanelli che, come il ministro Franceschini ha dichiarato il 24 ottobre Giornata Nazionale della Cultura, si proceda a riconoscere ai protagonisti della ristorazione e della ospitalità un pari riconoscimento. Proponiamo che questa giornata si svolga la seconda domenica di marzo di ogni anno. La data è stata scelta per ricordare l'inizio della pandemia con la chiusura dei locali pubblici ma anche l'imminente arrivo della primavera, della voglia di uscire, di ritrovarsi, di organizzare appunto una GITA. Sarà per noi occasione di mostrare la via italiana dell'accoglienza, prerogativa del nostro mestiere. Abbiamo già ottenuto il consenso di Slow Food Brescia ma presto si uniranno a noi i ristoratori bergamaschi e tutti gli operatori del settore. Questa richiesta non ha un costo economico che gravi sui cittadini ma un riconoscimento alle attività dell'ospitalità italiane, dai Bar agl Agriturismi, dalle Pizzerie alle Osterie, fino agli Alberghi e Locande italiani. Presto una conferenza stampa ne lancerà la proposta.

2. L'avevamo già accennato nei mesi scorsi, adesso lo ribadiamo: in accordo con le rappresentanze del territorio, Comunità montane e di pianura, Consorzi di tutela, Amministrazioni locali, Locali pubblici, Pro-loco, desideriamo dar vita alla

"VIA LATTEA BRESCIANA"

Un patrimonio che raggruppa centinaia di produttori (sono 40 i formaggi bresciani che hanno ottenuto un riconoscimento pubblico DOP, PAT, Presìdi Slow Food ecc.). Un settore, quello caseario bresciano, che vanta una storia antichissima e che deve essere una delle attrattive agroalimentari di forza della nostra provincia a partire dal 2023, Capitale della Cultura ma che proseguirà anche dopo dando alla nostra provincia una forza agroalimentare di forte attrattiva. Attorno a questa iniziativa si raccolgono attività commerciali e luoghi storici (pensate alle malghe, ai silter gli antichi luoghi di raccolta) che denotano le attività arcaiche del nostro territorio. Chiediamo di unire le forze con i cugini bergamaschi che hanno nel loro territorio identiche tradizioni tanto da essere indicati attraverso i loro formaggi Città Creativa della Gastronomia. Un patrimonio gastronomico storico che unisce l'ambiente al lavoro e alla produzione, ma che vuole sottolineare anche le bellezze naturali dei luoghi e le notevoli presenze artistiche. Si può pensare a un Distretto del Cibo, in questo caso la produzione casearia. ma anche, nelle zone riconosciute, al marchio Prodotto di Montagna un'attestazione, questa, pubblica a cura del Mipaaf. Anche in questo caso è indispensabile il supporto di Camera di Commercio, Provincia e Comune di Brescia e tutti gli operatori del settore caseario e dei locali pubblici che potranno diventare la vetrina del comparto.

3. Un decreto ministeriale MIPAAF (Ministero dell'Agricoltura) del 2017 a firma del ministro Maurizio Martina ha istituito l'Inventario Nazionale del Patrimonio Agroalimentare Italiano (INPAI) due finora i riconoscimenti: alla Pizza e ai pizzaiuoli napoletani e ai Pici e l'arte di appiciare del territorio di Montalcino (SI). Noi chiediamo e faremo apposita richiesta che venga riconosciuto come patrimonio agroalimentare italiano

"LO SPIEDO, L'ARTE DI SPIEDARE E CUOCERE SULLE BRACI"

Chiediamo che sia inserito nell'inventario nazionale il nostro piatto simbolo che coinvolge quasi tutta la provincia di Brescia e che è un nostro acclamato modo di cuocere le carni con l'aiuto di uno strumento antico di secoli per il quale si era attivato, con una sua proposta, perfino Leonardo da Vinci. Anche in questo caso la richiesta va supportata dalle istituzioni bresciane. Slow Food Brescia ha già dato il suo appoggio alla richiesta.

4. Ai ristoratori associati chiediamo di procedere alla stesura di un volume che abbiamo voluto intitolare:

"LA NOSTRA CUCINA BRESCIANA"

Non un semplice ricettario ma una rassegna dei piatti e delle proposte culinarie che i nostri associati dedicano alla loro clientela in forma tradizionale, innovativa o anche sperimentale. Nelle ricette dovranno essere presenti alcuni prodotti del nostro territorio in modo che il ricettario sia anche da traino per le produzioni locali che il ristoratore promuove. Il ricettario dovrà essere utile al cliente e consumatore e le ricette riproducibili anche nella propria cucina di casa. A noi spetterà il compito di renderle uniformi nel linguaggio e ai ristoratori chiediamo di sommergerci di ricette in modo che il lavoro sia di alto livello e di forte apprezzamento. Ogni ristorante che invierà le sue ricette vedrà queste  pubblicate in una o più pagine dove il suo locale troverà una scheda di rappresentanza con foto e le indicazioni di rito.

Speriamo di aver avuto la vostra attenzione e che queste proposte trovino presto attuazione nell'interesse non solo della nostra categoria ma del territorio tutto.

Nelle immagini: Il logo dell'Arthob, i Formaggi bresciani, il percorso della Via Lattea Bresciana.